Femmena, / si doce comme 'o zucchero / però sta faccia d'angelo / te serve pe 'ngannà...

[Femmina, / sei dolce come lo zucchero / però questa faccia d'angelo / ti serve per ingannare...

TOTÒ (Antonio de Curtis)
Malafemmena, 1951

HIGH-TECH AGRICOLTURE
sugar and bio-fuel

Il Progetto prevede la costruzione e la gestione di un impianto integrato per l’estrazione dello zucchero dalla barbabietola (smart sugar mill/factory) e il recupero, mediante processo anaerobico, dei sottoprodotti di lavorazione per la produzione di Biometano e ammendante compostato misto / biostabilizzato.
L’obiettivo innovativo del Progetto consiste nel rilanciare la produzione agricola da pieno campo della barbabietola per l’industria saccarifera. Lo zucchero prodotto avrà destinazione agroalimentare. Dal processo fermentativo della barbabietola alternativo alla produzione dello zucchero, verrà prodotto il bioetanolo utilizzato in campo farmaceutico, della cosmesi e

della produzione della plastica industriale biodegradabile / reciclabile.


I sottoprodotti della lavorazione della barbabietola vengono utilizzati nel processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas e quindi di biometano da destinare alla rete del gas ad uso domestico o industriale e per l’autotrazione.
Il digestato risultante dal processo di produzione del biogas, è destinato al riutilizzo come concime agricolo ammendante biostabilizzato di alta qualità e alla produzione di pellet per la combustione termica.

Schema funzionale integrato della filiera produttiva dello zucchero. Recupero enegetico e industriale dei sottoprodotti do lavorazine.

La barbabietola da zucchero in Italia

Nel 1809 apparve in Italia un primo manuale sulla coltivazione della bietola cui è seguita, nel 1880, una valida trattazione dei vari aspetti della coltivazione a cura di Berti-Pichat. Dopo il primo decreto napoleonico, anche in Italia fu incentivata la coltivazione della bietola e la costruzione di impianti di trasformazione. Finita l’era napoleonica cessarono le iniziative per la coltivazione della bietola. 

Altre iniziative furono intraprese ma tutte finirono nell’insuccesso. Il primo vero impulso avvenne per opera di Emilio Maraini che ristrutturò il vecchio stabilimento di Rieti nel 1887 e acquisì quello di Savigliano nel 1894. Rieti fu il primo stabilimento italiano che entrò in effettiva produzione. Due nuovi zuccherifici entrarono in funzione nel 1896 e altri 13 nel 1899. 

Dopo il 1900 il numero delle fabbriche aumentò ancora anche se in misura più attenuata, fino a contare 24 zuccherifici sul terriorio nazionale nell’annata agraria 1906-07 con una produzione nazionale di zucchero di 107.000 tonellate.

A Rovigo fu costituita la Regia Stazione Sperimentale di Bieticoltuta ad opera dell’agronomo Ottavio Munerati che ne assunse la guida avendo già lavorato sulla bietola e pubblicato una monografia fondamentale. Munerati ebbe un ruolo importantissimo e

ondamentale nel definitivo consolidamento della bieticoltura italiana. Nel 1904 gli industriali costituirono l’ unione zuccheri che nel 1925 si trasformò in Consorzio Nazionale Produttori Zucchero (CNPZ). 

Nel secondo dopoguerra (1945) nacque l’Associazione Nazionale fra gli Industriali dello Zucchero, dell’ Alcool e del Lievito (Assozucchero). Sul versante agricolo produttivo nel 1927 nacque a Bologna la Federazione Nazionale Bieticoltori (FNB). Nel 1932 la Federazione fu trasformata in Associazione Nazionale Bieticoltori (ANB). 

Il 21 dicembre 1962 a Bologna, presso la sede centrale dell’Ente per la colonizzazione del Delta Padano e grazie all’iniziativa promassa dell’On.le G. Bersani, nasce COPROB cooperativa che coinvolse coltivatori diretti, 

cooperative bracciantili a cui si unirono, successivamente anche alcune sigle sindacali del mondo agricolo. Nel 1967 entra in vigore il regolamento CEE che modifica il mercato dello zucchero introducendo le quote nazionali di produzione. 

Ad oggi, dopo il venire meno del regime delle quote nazionali di produzione, il gruppo COPROB opera attraverso due stabilimenti produttivi Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd) entrambi ubicati nei comprensori bieticoli.

Il Biometano

ll Biometano è gas metano naturale e rinnovabile, derivato dal processo di purificazione (upgrading) del biogas (miscela di metano e anidride carbonica) ottenuto dalla valorizzazione di prodotti e sottoprodotti della filiera agricola e agroindustriale.
A livello normativo il biometano è definito, dall’articolo 2 del DLgs 28/2011, come quel “gas ottenuto a partire da fonti rinnovabili avente caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del gas metano e idoneo all’immissione nella rete del gas naturale”

così come previsto dal Decreto 2 Marzo 2018 “Promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti”.


Il Biometano quindi, è gas metano prodotto dalla valorizzazione delle risorse locali e con caratteristiche del tutto analoghe a quello di derivazione fossile che normalmente viene utilizzato, ad esempio, per riscaldamento, cucina e autotrazione.

Impiego del biometano derivante dai sottoprodotti della lavorazione dello zucchero

Imbarcazioni a metano

Trasporto pubblico urbano

Veicoli commerciali

Uso domestico